L’anno scorso il giorno 26 febbraio il cielo era di un blu incredibile, limpido, spazzato dal vento, si vedevano le Alpi, persino da qui. E così partimmo per una gita in bicicletta lungo il Canale Villoresi, direzione Le Alpi, verso Pan Perduto, la diga che dà origine al canale, meta di arrivo: Tornavento.
Tralasciando le tracce incivili del genere umano lungo il tratto della ciclabile: bottiglie, spazzatura, fazzoletti, sacchetti di patatine, ecomostri… e quant’altro… Non le voglio vedere, voglio dimenticarmi di quanto possa fare schifo l’umanità… perciò ho fotografato solo impressioni positive.
La prima tappa interessante che si incontra sul cammino è Lainate: il parco di Villa Litta è bellissimo, sebbene sia piccolo: meriterebbe un post tutto dedicato, ma allora è meglio aspettare la primavera, così tolgono le coperture in plastica alle statue…
Si prosegue verso Pan Perduto, e superata l’abbazia della Colorina a Nerviano si prosegue lungo il percorso ciclopedonale … Si vedono le Alpi, e il Monte Rosa sebbene remoto, nell’aria limpida sembra raggiungibile.
Lungo la strada si incontrano le prime testimonianze della primavera: ciliegi in fiore e salici dalle piccole gemme verdi che brillano nella luce del mattino.
Si prosegue tra campi coltivati e piccoli centri urbani, già diversi invero dall’aspetto che ha Arese… E le montagne sono sempre un miraggio lontano eppure vicino.
Ad Arconate vi è un parco pubblico molto gradevole, con addirittura delle fioriere disposte sul parapetto di fianco al canale
La pista si snoda tra campi vastissimi spazzati dal vento, e fiancheggia giardini di case private, talvolta adornati con piccole cappelle improvvisate votate alla Madonna. Chiusa in una teca di vetro, protetta dai venti, congelata in un gesto di eterna benedizione ho trovato questa Madonnina. Mi è sembrata così bella e autentica nella sua posa e l’ho portata con me catturandola con la fotocamera.
Sono arrivate anche le prime farfalle:
Giunti in prossimità del Parco del Ticino le montagne non sembrano più tanto lontane, e rimbomba nella mente la musica della Compagnia dell’Anello…
La ciclabile arriva ad una salita a gradoni che conduce ad un ponte sul canale, che poi sale verso un punto panoramico davvero mozzafiato: Tornavento, dove si trovava la Dogana Austroungarica.
Oggi siamo stati particolarmente fortunati con questa giornata così limpida: si vedono le Alpi e il Monte Rosa… (Musica del Signore degli Anelli di sottofondo…)
Su questa vista spettacolare troviamo la piazzetta di Tornavento, una frazione del comune di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese, proprio al confine con il Piemonte.
Affacciata alla piazza c’è anche una graziosa chiesetta con il portone d’ingresso che ha i vetri a specchio e perciò riflette il bellissimo panorama… L’interno merita una visita: una luce calda e accogliente circonda una Madonna intagliata nel legno con il bambino che gioca con le perle del rosario in un gesto molto spontaneo.
Su una delle pareti vicino all’altar maggiore si trova questo affresco con Gesù che benedice i ragazzi e i bambini… Possa benedirci tutti in questi giorni davvero bui.
Sulla via del ritorno, siamo passati di fianco ad una immensa cascina abbandonata alle erbacce e ai vandali…
Faceva un certo effetto vedere un luogo dove c’era stata una comunità di persone che vivevano a stretto contatto: si vedevano un piazzale, stalle e luoghi di lavoro comune, persino una chiesa … E ora solo finestre vuote da cui sbirciare un cielo azzurro che irrompeva in stanze dove un tempo viveva gente…
E le pareti di alcuni edifici, e i cancelli decorati in ferro, facevano pensare ad un passato prospero…
Ora i rovi e le piante l’avevano invaso… come la fiaba della Bella Addormentata, il castello invaso dai rovi e addormentato, le persone congelate nelle mansioni di cento anni fa. Ma qui nessuno dormiva più, il luogo era abbandonato, solo le tracce della maleducazione dei vandali, scritte oscene sulle pareti, che ho volutamente evitato di riprendere, e tracce di fuochi. Un luogo morto. Eppure cent’anni fa doveva esser pieno di vita, di passioni, di parole, di gente.
Meglio allontanarsi, sembra un luogo maledetto.
Sui prati intanto, negli angoli protetti dal vento, sono nate le prime viole.