Le impressioni che ti lascia un viaggio non sono solo quelle del primo giorno, del primo impatto. Occorrono un po’ di giorni, un po’ di giri per comprendere un po’ meglio la filosofia di vita. E a volte i luoghi sacri e i luoghi profani racchiudono un po’ l’essenza…
All’inizio di Abbey street, mi incuriosiva il campanile senza punta, fatto come una torre, con quattro piccole torrette ai quattro angoli. Si tratta di una antico convento francescano del XIII sec. La chiesa ha il tetto sfondato, ma forse proprio per questo appare a me così suggestiva. Mi ricorda un po’ San Galgano, una abbazia in rovina, con il tetto che non c’è più, posta nella campagna toscana a trenta chilometri da Siena.
Questo convento intorno al 1375 ospitava almeno 350 frati e 600 novizi. Impressionanti le finestre a sesto acuto e la tomba della famiglia Creagh, l’iscrizione è fatta sia in lingua inglese, sia in lingua gaelica. In fatti in Irlanda è molto sentita anche la lingua antica, e ovunque si trovano le doppie iscrizioni.
Di fianco alla chiesa si trova anche una parte del chiostro, e al centro il prato verde che splende. Mi fa pensare ad atmosfere del Nome della Rosa. Di fianco a queste arcate passeggiavano i monaci che scrivevano e decoravano libri come il manoscritto di Kells, che è custodito al Trinity College di Dublino. Curioso pensare che ci fossero persone che dedicavano la vita a pregare, studiare, preservare il sapere, trascriverlo e decorarlo con disegni e simboli meravigliosi… e intanto qualcun altro decapitava le mogli ed essendo il Re poi cambiava le regole della religione di un intero paese per il suo tornaconto, e a causa di ciò guerre e prepotenze indicibili e ingiustificabili.
Non siamo cambiati affatto dal lontano medioevo, e ciò nondimeno ci sentiamo pure superiori perché abbiamo coniato parole come “inclusività” e “accoglienza”, che servono a farci sentire bene nonostante succedano tutt’ora stragi, genocidi, e schiavitù persino sotto i nostri occhi.
Poco lontano si trova il nuovo convento francescano. L’esterno sebbene sia di recente costruzione mantiene l’aspetto austero di ispirazione gotica.
L’interno invece è come una casa luminosa e accogliente.
La vita sociale delle persone sembra racchiusa tutta in due luoghi: la Chiesa e il Pub. I luoghi sacri e profani. In modo diverso, ma entrambi questi luoghi fanno sentire a casa le persone e le mettono in relazione. Simboli antichi come l’arpa celtica adornano l’ingresso di molti Pub, poiché sono diventati l’icona di marche di birra note in tutto il mondo.
L’atmosfera allegra e accogliente dei Pub, le luci soffuse e calde, il confort food e la birra deliziosa, gli arredi un po’ stravaganti, a volte bizzarri, tutto è allo stesso tempo nuovo e ti catapulta in un non tempo, un posto magico eppure in qualche modo estremamente confortevole e accogliente: ci si sente a casa, eppure è così diverso tutto quanto…
Non riesco a spiegare ma ci si sente come se si fosse tornati in un posto che si conosce da sempre, ma in un’altra vita.
Snug è la saletta del Pub riservata alle signore.
E intanto fuori il cielo sta diventando sereno… Edifici grigi, severi, dalle porte colorate come se le avesse pensate un bambino, alberi immensi come silenti custodi, una bianca Madonna in una aiuola vicino all’immenso tribunale di giustizia che doveva essere in India…
Tutto è meraviglia e assurdità, ma rende felici e in pace, come un sogno strano e buffo che al risveglio ci farà sentire bene. Vado in giro e bevo con gli occhi tutto ciò che posso, perché so che mi nutre.
E nelle librerie libri filosofici e spirituali con le copertine impreziosite da alberi e oro, o dipinti con il mare, che già col solo titolo sembrano piccoli messaggeri di saggezza.