Knockaderry Country House
Il primo giorno in un paese è quello che sostanzialmente determina l’amore per il luogo. Le prime impressioni sono quelle che contano per suscitare la curiosità e poi il desiderio di tornare… Ieri eravamo a Dublino, ma questo è un altro mondo ancora.
La luce del giorno entra piano piano dalla finestra, non ho chiuso le persiane appositamente perché volevo uscire dal sonno senza il richiamo della sveglia. Il cielo è coperto, un tappeto di nubi in movimento, ma il verde dei prati e delle piante risplende.
Il cottage dove siamo alloggiate si trova in periferia di Ennis alle porte della campagna.
Clare Language School
La scuola, Clare Laguage School, che ci ospita, color carta da zucchero, sembra uscita dal romanzo di Tomas Hardy “Tess”, o forse di Emily Bronte “Jane Eyre”. Sebbene sia un edificio vecchio a me sembra così caratteristico e ben tenuto in confronto a certi edifici scolastici moderni che vediamo in Italia…
Varcato l’ingresso si trovano due colonne che reggono il soffitto e in una di esse troviamo scritto: “Saper parlare una seconda lingua è come possedere una seconda anima”.
Mi piace questo pensiero, riflette in effetti quello che sento anche io, dietro una lingua c’è sempre una cultura e un modo di pensare e di vedere la vita.
Perciò conoscere più lingue ci dà la possibilità di manifestarci in modi diversi, o tirar fuori aspetti del nostro carattere che neanche credevamo di avere. Non siamo le stesse persone quando parliamo in un’altra lingua. Ho notato ad esempio su di me, che il fatto di dover parlare in una lingua non mia, mi obbliga a parlare con calma e riflettere bene nel costruire la frase, questo mi permette di essere meno impulsiva e insensata. Mi rasserena e mi calma.
Nelle aule e nei corridoi si trovano decorazioni in stile celtico, e anche iscrizioni in lingua gaelica. “Failte” significa “Benvenuti”, ed è appropriato in effetti per una scuola di lingua che accoglie ogni settimana studenti in stage da diversi paesi europei.
Tour della città
Oggi il programma dei nostri alunni prevede il tour della città. Si visita innanzitutto il Parco di Tim Smythe, che è organizzato per la pratica di diversi sport all’aria aperta. Poco lontano si trova anche l’enorme edificio del Tribunale di Ennis, che in verità sembra sovradimensionato per le dimensioni della città che conta la metà degli abitanti di Rho, per intenderci. In realtà la storia di questo edificio è abbastanza divertente: dal racconto della guida pare che l’architetto che l’ha progettato lavorasse nel contempo anche al progetto per il tribunale di una città dell’India e per errore sono stati scambiati i due progetti. Perciò adesso ad Ennis c’è il tribunale che doveva essere costruito in India, per questo è così grande, mentre in India hanno un tribunale sottodimensionato evidentemente.
Davanti al tribunale è posta la statua di Eamon De Valera, uno dei padri fondatori della Repubblica d’Irlanda. Fu eletto presidente del partito rivoluzionario Sinn Féin quando l’Irlanda si ribellò alla dominazione inglese, e poi primo ministro tre volte e successivamente Presidente dell’Irlanda dal 1959 al 1973.
La dominazione inglese in Irlanda ebbe inizio nella seconda metà del XII secolo. Nel 1536, Con Enrico VIII e la riforma anglicana ebbe inizio la persecuzione dei cattolici in Irlanda, che proseguì con violenza e brutalità a più riprese: la terra d’Irlanda venne colonizzata sfruttata, la gente locale affamata e umiliata da politiche economiche esclusivamente mirate ad avvantaggiare l’Inghilterra a discapito dell’Irlanda.
Tra il 1845 e il 1849 si verificò un evento tragico: la grande carestia causata da diversi fattori concomitanti. La politica inglese, l’aumento demografico in Irlanda, le condizioni dell’agricoltura che dipendeva fortemente dalla coltivazione delle patate e dunque con l’insorgere della malattia che colpì le coltivazioni venne distrutto gran parte del raccolto. Circa un milione di persone morirono a causa della fame, e un ulteriore milione emigrò negli Stati Uniti. La grande carestia è un capitolo doloroso della storia irlandese, ma ha anche ispirato la resilienza e la solidarietà di questo popolo. La memoria storica della carestia è ancora viva oggi e monumenti e musei commemorano le vittime e la sofferenza di quegli anni. La grande sfera che è posta all’inizio di Abbey Street commemora i caduti per l’indipendenza dell’Irlanda e illustra in una dichiarazione davanti a Dio e agli uomini il diritto inalienabile degli irlandesi di autodeterminarsi.
Questi fatti storici sono parte del tessuto sociale della gente. Lo si respira in ogni angolo della città, in ogni monumento, in ogni aspetto della vita pubblica e privata. E’ commovente vedere tante testimonianze di orgoglio, buona volontà e solidarietà. Nel centro di Ennis, percorrendo O’Connel street si arriva alla Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, davanti è stata realizzata un’opera di scultura raffigurante le mani della protezione e della collaborazione. Ho trovato molto bella la targa che commemora la marcia per la riconciliazione in occasione del Giubileo del 2000.
L’interno della chiesa è molto particolare, essendo neogotico lo stile all’esterno, mi aspettavo un interno austero e scuro, e invece…
L’interno è luminoso, chiaro. Sottili colonne in legno conducono verso il soffitto degli archi leggiadri che sembrano in pizzo. Il soffitto in legno è dipinto con stelle tutte diverse, come i fiocchi di neve. Sotto l’altar maggiore è allestita la scena della Resurrezione, un po’ come il presepe che si fa a Natale. Effettivamente è bella anche la rappresentazione della Pasqua.
Sulle pareti della chiesa, non solo le immagini classiche della via crucis, ma anche quadri di artisti moderni che interpretano il senso della ricerca di Dio e il valore della preghiera.
E poi si esce e si cammina per le strade e ci sono murales colorati e divertenti che si fondono con le forme degli edifici diventando un tutt’uno colorato e allegro… Fa niente che il cielo sia nuvoloso, passeggiare tra queste vie mette allegria.
Circondati dalle Leggende celtiche
Librerie meravigliose in legno, con scaffali pieni di libri di fiabe colorate, agende e quaderni con motivi celtici sulla copertina, preghiere meravigliose da appendere all’albero di Natale, Cartoline con auguri o ringraziamenti in lingua gaelica… Tutto è magico e riempie di stupore e meraviglia.
Ogni vetrina, ogni negozio è una piccola opera d’arte, un messaggio di bene e amore. Mi sento circondata di storie e simboli della mia immaginazione fantastica. Mi sento immersa nei disegni di Tolkien sebbene non sia esplicitamente citato, nei personaggi delle fiabe, nelle atmosfere magiche dei racconti dei fratelli Grimm, dove animali e piante possono parlare e insegnare la vita. Un tutt’uno di spiritualità e immaginazione che mi è familiare e mi affascina da sempre.
Mi sento sopraffatta dalla gioia di essere qui, non riesco neanche a descrivere tutte le emozioni che provo ad essere immersa in questa atmosfera.
Ho provato a raccontarlo tramite immagini e musica con i reel su Instagram :