Sono cresciuta con una preparazione di tipo scientifico, e all’università ho studiato matematica. Per me l’arte e la pittura in particolare sono stati all’inizio una fuga nel Sogno, in un modo a parte, fuga dalla realtà. Sono sempre stata in fuga credo. Forse perché non mi sono mai sentita veramente a casa, se non quando ero in viaggio.
Il Sogno è il viaggio per eccellenza. Un immergersi nei colori, nei loro contrasti. Quando iniziai questo viaggio non sapevo perché certi colori mi attiravano più di altri, e non avendo una vera formazione nel disegno partii dai colori, dalle fiabe e da forme come astrazione di concetti.
Disegni primitivi, con castelli e fiori come gioielli immensi e variopinti… sperimentai la foglia oro zecchino, e la foglia argento, sperimentai l’effetto mosaico dipingendo un sassolino alla volta, e mi specializzai soprattutto nei colori acrilici.
Tutti questi disegni spensierati sono stati una sperimentazione importantissima, che poi mi sarebbe tornata come un bagaglio ricchissimo di idee da rielaborare e riprendere in tanti quadri che realizzai più avanti.
Il castello delle fate
Spazio dell’opera: 60 x 80 cm
Anno di esecuzione: aprile 2003
Elementi: colori acrilici, pigmenti e foglia oro zecchino.
Avevo una predilezione per il blu, e trovavo pienezza interiore e gioia nell’accostarlo ai gialli e ai rossi. Queste sperimentazioni erano la mia via di fuga dalla realtà nel sogno del ritorno alla mia infanzia, agli ambienti che abitavano le fiabe e le storie che amavo.
Scoprii che potevo utilizzare i pigmenti puri mescolandoli con un legante, ovvero si può usare la colla, o la vernice, e persino il rosso o il bianco d’uovo… ma questa è un’altra storia e si racconterà un’altra volta. Per i miei quadri sono giunta alla conclusione di utilizzare un medium acrilico, così poi è compatibile con i colori acrilici.
E quindi anche gli ambienti marini provai a rappresentare… sempre una visione infantile e ingenua.
Tutti questi esperimenti erano puro gioco di colori e piacere di dipingere per il gusto di farlo.
E poi i sogni cambiarono e non furono più fuga, ma oracolo.