Continua il mio viaggio intorno ai ritratti e ai colori dell’anima.
Questa volta ho ritratto Carlo da una vecchia foto. Mi piaceva il panneggio della camicia, e avevo qualche idea per la finestra che rendeva il profilo controluce. Io volevo che fosse una finestra per guardare dentro di sé.
E’ stato molto interessante il panneggio della camicia, e anche la chitarra.
Sto scoprendo che sono assai utili sia le matite di diversa pesantezza, sia il carboncino, che sebbene sporchi molto, ha comunque il suo perché…
La finestra luminosissima che creava il controluce doveva essere una finestra nell’anima. Perciò ho scelto il blu della sera poco dopo il tramonto, quando ancora non si sono accese le stelle.
Il trucco per stendere il blu acquerello solo intorno al profilo senza sbavature consiste nel bagnare con il pennello pulito tutta la zona intorno, facendo attenzione a non oltrepassare il segno a matita del profilo.
Fatto questo, mentre la carta è ancora bagnata, si stende con il pennello il colore acquerello liquido ed esso per capillarità si stenderà solo nelle campiture bagnate precedentemente.
Mi piace molto questa contaminazione del ritratto a matita classico con i colori, purché i colori siano al massimo uno o due. Per ora mi sono sempre affidata al nero e al blu, al massimo la foglia argento.
Questo perché secondo me il colore non deve avere funzione descrittiva realistica, ma deve raccontare un mondo interiore. E come sapete, per me il blu è associato all’anima, al pensiero. Probabilmente sono influenzata dai colori associati ai chakra. Può darsi che in nuovi ritratti scopra altri colori interessanti per descrivere un’anima.
La finestra nel mondo interiore è incorniciata da una cornice d’argento, perché il cuore del cuore è sempre protetto dietro una maschera. Per alcuni è un’armatura di acciaio.
La stanza del mondo interiore è un cielo stellato magico. E da qui nasce l’arte: dalla nostra immaginazione, dalla nostra fantasia nasce la nostra capacità creativa che si esprime in ciascuno di noi nei modi più diversi.
Carlo ama suonare, ed è la notte e i suoi colori, i suoi suoni che lo ispirano.
Ecco il mio angolo di lavoro: il cassetto dove tengo i pennelli, le matite, lo sfumino, i carboncini e la china.
E sulla sinistra il quadernino in verde mi serve per scriverci le mie idee, a volte proprio dei lampi di ispirazione che devono essere scritti al più presto perché non scompaiano per stanchezza…
e tener traccia dello stato di avanzamento.