Mi capita a volte di riprendere un tema già trattato. Non lo faccio consapevolmente, ma guardando i miei dipinti a posteriori mi sono resa conto di aver più volte trattato il quadro che ho intitolato “Dal Blu alla Luce”
Nel 2015 feci una versione di questo dipinto intitolato “Dal Blu alla Luce”
Ma non era la prima versione: si tratta infatti di una tema che in realtà avevo già iniziato a dipingere tra i miei primissimi soggetti:
Questo l’ho realizzato nel 1999.
Il gabbiano in volo su un fondo blu e una finestra verso qualcosa di “Altro”…
Mi piaceva di questo gabbiano l’effetto mosso delle ali che cercavano di spiegare il concetto di Volo. Inoltre trovo interessante la trasformazione della cancellata bianca, che subisce una sorta di evoluzione, di metamorfosi…
Ma osservandolo ora non mi convince l’eccessiva crescita del rampicante verde con il fiori gialli…, lo trovo un po’ soffocante.
Nella versione successiva del 2015 rinuncio agli effetti figurativi della facciata di una sorta di edificio con finestra e terrazzo riconoscibili, per uno spazio astratto e totalmente teorico. La finestra verso il buio viene sostituita da una apertura irregolare, verso una luce soprannaturale, opalescente …
Volevo sempre sviluppare il concetto che il mondo in cui ci muoviamo è una facciata, ed esiste una apertura verso qualcosa di più grande, che in realtà ci osserva e ci contiene.
L’idea era che l’esterno di questa scatola dalle pareti blu, fosse luminoso: una via di uscita che il gabbiano volando potesse imboccare.
L’idea del sole rosso, venne per caso in verità. Stavo ancora lavorando al gabbiano e mi preparavo a dipingere il becco e le zampe in arancione e appoggiai il barattolo di pigmento rosso alla superficie del quadro, che tenevo stesa per terra…
l’effetto cromatico osservato dall’alto mi piacque, e mi suggerì di posizionare il sole proprio dove ora si vede la macchia di colore della scatola di pigmento rosso.
Successivamente nel 2020 l’ho rielaborato : Il tema è sempre lo stesso dal Blu alla Luce.
La finestra è più grande ed ha assunto le forme di una porta, sebbene sempre irregolare, e anziché la luce uniforme opalescente ho sostituito la vista della dimensione oltre la facciata su un cielo spaziale con una nebulosa. Mi sono ispirata ad una famosa nebulosa chiamata l’Occhio di Dio…
Il gabbiano e il sole rimangono invariati, e sono due soggetti che amo sempre.
La finestra verso la dimensione ultraterrena non mi soddisfa come la versione luminosa del 2015…
In verità sono stata molto dibattuta tra la finestra di luce e la finestra di buio… Perché la finestra di luce crea il problema di avere due punti di luce. Il gabbiano stesso essendo bianco è anch’esso un punto luce, oltre alla finestra che dà sul mondo ultraterreno luminoso della versione del 2015. E due punti luce in un quadro sono troppi perché tolgono rilevanza ad entrambi.
Però temevo che l’apertura che dava sulla notte potesse sembrare spaventosa e inquietante e quindi optai per questa ipotesi ovvero un cielo spaziale ed una nebulosa… Ma sento che ancora non è risolutiva.
Di questo dipinto mi piace moltissimo l’effetto di magia che ho reso sulla parte blu scuro sopra il gabbiano. Sembra un’onda, un qualcosa di profondo e inconoscibile, affascinante e magico.
La versione più soddisfacente di questo tema l’avevo già fatta nel 2009. Essendo più elaborata sfugge un po’ che si tratta dello stesso tema, infatti avevo introdotto l’obero d’oro con i frutti di luce, avevo ripreso il tema della cancellata bianca che schermava l’apertura sul buio. Il gabbiano l’avevo sostituito con la mia amatissima Paloma, e il sole rosso era reso dal fiore rosso.
Ma a rivedere bene i colori siamo sempre nello stesso “posto”.