Ennis si trova nella contea di Clare che si affaccia sull’Oceano Atlantico. A un’ora di viaggio si arriva alle scogliere di Moher che si trovano proprio di fronte alle Isole Aran. La campagna pianeggiante irlandese arriva come un’onda verde fino alla costa e qui precipita bruscamente come se un gigante avesse tagliato la terra verdeggiante con un’ascia. Il prato verde si interrompe e una scogliera di roccia scura e ripida cade perpendicolarmente sul mare.
Invece poco più a sud i pascoli verdi scendono gradualmente seguendo il fiume Inagh che arriva nel mare dolcemente scivolando tra dune di sabbia e colline di erba dove pascolano mandrie di mucche e pecore.
Ritrovo in questi scenari certi dipinti di pittori danesi, dove il mare e il cielo sono color carta da zucchero, e il verde e il blu sono gli unici colori che si vedono, interrotti da poche case bianche.
Ma partiamo con ordine. La mattina della gita alle scogliere di Moher il cielo è completamente blu, non ci sono nuvole, e la nostra scuola totalmente bagnata dal sole, sembra una illustrazione di un libro di altri tempi. I gabbiani veleggiano nel cielo e con i loro nostalgici lamenti già ci parlano del mare che non dista molto da qui.
Partiamo con il pullman e attraversiamo una campagna incontaminata, verdeggiante e lussureggiante, sotto il sole che fa brillare ogni cosa più del vero. Poche fattorie bianche come latte interrompono prati sconfinati dove pascolano mucche e cavalli, di ogni tanto anche pecore…
La campagna arriva infine al fiume Inagh, che scivola dolcemente nel mare, passando tra dune vellutate di sabbia alternate a collinette verdeggianti dove pascolano pecore e agnelli, mucche e vitelli. E tutti placidamente guardano il mare brillare scintillando.
La strada si allontana leggermente dalla costa, risalendo assieme alle dolci colline che fiancheggiano la vista dal pullman. Non si vede oltre la cima delle colline, poiché il blu del cielo confina subito con esse. E poi il pullman si ferma, siamo arrivati. Non si vede ancora il mare, ma si sente il profumo.
La strada sale leggermente verso le colline, verso il cielo, e poi finisce la terra, il cielo precipita nel mare.
La strada si biforca a T : da entrambi i versi si cammina sul ciglio della scogliera, protetti da una ringhiera di pietra. Il prato oltre la ringhiera bruscamente si interrompe e si squarcia in un precipizio, un salto di 200 m.
Il mare sotto di noi molto più sotto, è una tavola di vetro satinato, dove le onde, come un respiro, si alternano in colline e valli non troppo profonde. Oggi il mare è calmo, ma in certi giorni ruggisce e si infrange con violenza su queste rocce indifferenti.
La giornata limpida e tersa schiude alla vista persino le lontane isole Aran, e ancora dopo, remoto e lontano l’orizzonte, il confine tra mare e terra.
Intensa la vista e le impressioni che ci regala questo cielo inaspettato e luminoso. Vorrei poter restare qui tutto il giorno. Percorrere tutto il cammino dalla torre O’Brian verso sud al Capo della Strega, e nell’altra direzione verso nord fino al Molo di Doolin… Potrei nutrirmi di questo sole e questo blu del mare e del cielo che sembrano infiniti, un bagno di eternità… Se fossi sola passerei tutta la giornata qui.
Eccoci infine noi prof impavide!
Che luogo incredibile, non solo questo, ma tutta l’Irlanda. Sembra la versione migliore di un’Europa che potrebbe essere verde così, avere questo spirito di collaborazione ed empatia, avere a cuore i prati, gli animali…
Mi rimane una profonda nostalgia di questo posto, ancora prima di lasciarlo. Potrei viverci qui, nonostante il tempo piovoso, nonostante le giornate di sole come oggi siano un dono del cielo raro e prezioso, nonostante sia bella anche l’Italia… Mi rimane nel cuore il sogno di questa terra incontaminata, che sembra uscita da una leggenda celtica. Mi rimane la lingua che ho sempre amato, l’inglese, che sembra trasformarmi in un’altra persona, più calma… “really delighted”.