Il labirinto della Masone

Labirinto del Masone

Il labirinto della Masone è un parco esoterico progettato da Franco Maria Ricci a Fontanellato (Parma) assieme agli architetti Pier Paolo Bontempi e Davide Dutto. Il labirinto copre sette ettari di terreno ed è il più grande del mondo. Il percorso che dall’ingresso conduce alla piramide nel cuore del giardino è delimitato da piante di bambù di diverse specie. L’intera area è segnata da cartelli con una numerazione che permette di trovare la via giusta per attraversarlo, purché muniti di mappa.

Mentre camminavamo sotto le fronde dei bambù giganti, siamo partiti all’inizio senza davvero guardare la mappa. Per trovarsi bisogna perdersi prima.

Il Labirinto della Masone

Poi dopo un po’ che giravamo ci è capitato di finire nello stesso punto due volte, allora abbiamo iniziato a guardare la mappa e vedendo la via di uscita, l’abbiamo seguita utilizzando i punti di riferimento numerici.

Camminavamo in questo luogo non luogo, dove persino i suoni del mondo parevano sparire, e mi sono resa conto del reale significato del Labirinto. Eravamo ad un passo da altra gente, che forse non seguiva ancora la mappa per trovare la via giusta, eravamo a pochi metri in linea d’aria, potevamo sentire le voci e i discorsi, ma eravamo separati da questi muri di piante, come se fossimo dentro a vite parallele. E come nella vita chi non aveva una mappa d’insieme, si perdeva pur a pochi metri dalla meta, restando inconsapevole di dove dovesse andare, andando a caso.

Lo stesso è nella vita: viviamo vite parallele, separati dalle circostanze che non sono però casuali, e noi, senza una visione d’insieme, non sappiamo trovare il cammino che ci conduca in un luogo sensato, e possiamo restare a camminare per sempre senza uno scopo un anno dopo l’altro, identico al precedente, arrivando a vicoli ciechi, e senza mai raggiungere nessun luogo.

Non basta nemmeno avere la visione dall’alto prima di intraprendere l’attraversamento del Labirinto. Infatti la visione dall’alto serve solo a mostrarci che esiste un luogo da raggiungere. Ma quando saremo nei percorsi e nelle biforcazioni potremmo comunque disorientarci e perderci senza la mappa.

La Piramide nel labirinto della Masone

Arrivando invece alla meta si giunge ad un edificio sormontato da una piramide.

La piramide contiene al suo interno una sorta di cappella cristiana, a ricordare il forte legame tra il senso del Labirinto e la Fede.

Io e mia figlia

Che posto incredibile! Sembra di arrivare in un altro pianeta, sembra di lasciare indietro il mondo in cui viviamo e raggiungere un luogo in cui pensare più chiaramente.

Questo è sempre l’effetto dei giardini esoterici, come anche quello di Genova. Senti che sei alla presenza di un’opera che trascende la persona che l’ha realizzata. E sei testimone di un insegnamento nascosto in ogni simbolo, in ogni pietra, in ogni accostamento di forme e materiali.

Ti rendi conto che c’è di più dei tanti futili, inutili e sciocchi usi e costumi di questo mondo. Vi è qualcosa di importante da scoprire tramite lo studio e la riflessione personale.

Vanitas

Curioso trovare all’interno di questa corte dalle forme classicheggianti questo frammento che sembra parte di un’opera più grande…

La Morte che regge in mano una clessidra ci ricorda che siamo soggetti al tempo. Perciò anche l’attraversamento del Labirinto ha una scadenza ed una durata entro cui raggiungere la meta.

Non possiamo permetterci di sprecare la nostra vita, come se fosse eterna, muovendoci tra i sentieri delimitati dalle fronde apparentemente identiche, totalmente inconsapevoli della meta. Meta che è da raggiungere in fretta per poter scoprire i tesori che sono racchiusi nei locali dell’edificio.

La Biblioteca

All’interno della corte si trovano una biblioteca ricca di libri e sculture a mezzobusto, dove era proiettato “Ephemere” , la bellezza inevitabile, un film documentario su questo designer, bibliofilo e collezionista, Franco Maria Ricci, le sue idee, e lo scopo che voleva perseguire con la sua produzione editoriale e con questo giardino labirinto.

Egli riteneva che i libri fossero un tesoro, e voleva che l’estetica e la forma fossero sontuose e curate in modo da valorizzare e sottolineare l’importanza del contenuto. Tutti i suoi libri e riviste sono curatissimi nei minimi dettagli, dalla scelta della copertina, la scelta del rivestimento di seta tra copertina e prima e ultima pagina, la scelta della qualità della carta e delle foto all’interno.

E’ vero, i miei libri sono costosi, ma non più di una borsa griffata, con la differenza che una borsa per quanto bella e originale, è pur sempre vuota.
(sto citando a ricordo, ma il senso era questo)

Il labirinto fisico che si percorre è dunque metafora del labirinto della vita, dove bisogna saper leggere i segni disseminati ovunque, purché si abbia la curiosità e la pazienza di cercare. Ecco perché dunque è così importante la cultura, la ricerca, la conoscenza di ogni sapere dell’uomo, dall’arte alla letteratura alla filosofia… Poiché la chiave del labirinto, la mappa è nascosta. E solo l’uomo disposto a spendere tempo e risorse nella ricerca della conoscenza potrà raggiungere la piramide della Verità.
L’idea del labirinto ebbe origine già negli ani ottanta grazie alla collaborazione tra Franco Maria Ricci e Jorge Luis Borges, suo stimato amico.

La Collezione d’Arte

Tornando all’ingresso del labirinto si può salire al piano di sopra del primo edificio per ammirare la collezione d’arte. Già mentre si sale lungo le pareti della scala si possono ammirare delle stampe in art Deco dove i numeri vengono rappresentati mediante figurini stilizzati e fantastici dove trovano vita creature mitologiche: fanciulle, sirene, arpie e la dea Athena guardacaso, la dea della saggezza.

Il Labirinto della Masone

La collezione di arte raccoglie opere che vanno dal XVI al XX secolo. Troviamo sculture neoclassiche, sontuose perfette a cui fanno contraltare le vanitas, alcune veramente macabre. Esse sembrano ricordare al visitatore che la ricerca della bellezza nella propria forma umana è effimera, solo la bellezza dell’arte è eterna.

Accostate a questi due temi, troviamo anche una sala dedicata all’arte Deco del novecento con sculture di ballerine sinuose e ammiccanti, e figurini stampati veramente originali e bizzarri.

Le opere non sono didascaliche o tematiche, come potrebbero essere in un museo, ma sono accostate in modo da consegnarci un messaggio.

Le pubblicazioni FMR

Una galleria che congiunge le opere di scultura con i successivi ambienti contiene poi tutte le sue riviste di design e arte, i libri con le illustrazioni a colori come erano fatti una volta, ovvero con le foto stampate a parte e poi incollate una ad una sulle pagine di carta azzurrina.

Di queste pubblicazioni stupiscono le scelte delle opere sia letterarie che artistiche, veramente particolari e mirabili, le scelte estetiche dell’impaginazione, la cura della rilegatura dei libri…

Troviamo anche modelli in legno di cattedrali gotiche, riconosciamo il nostro Duomo di Milano…

Mostra temporanea: ORHAN PAMUK

La Galleria di opere d’arte ospita continuamente anche mostre estemporanee di artisti di oggi. In questi giorni era esposto ORHAN PAMUK, uno scrittore saggista e romanziere turco contemporaneo.

Mostra di ORHAN PAMUK

Lo scrittore nel 2005 è stato prima accusato dal governo turco di “Vilipendio dell’identità nazionale”, avendo parlato del genocidio del popolo armeno e curdo durante la prima guerra mondiale. In seguito il processo è stato sospeso e nel 2006 le accuse sono state ritirate. Forse a seguito del fatto che Pamuk è stato insignito del premio Nobel per la Letteratura.

«Ho trascorso la mia vita ad Istanbul, sulla riva europea, nelle case che si affacciavano sull’altra riva, l’Asia. Stare vicino all’acqua, guardando la riva di fronte, l’altro continente, mi ricordava sempre il mio posto nel mondo, ed era un bene. E poi, un giorno, è stato costruito un ponte che collegava le due rive del Bosforo. Quando sono salito sul ponte e ho guardato il panorama, ho capito che era ancora meglio, ancora più bello di vedere le due rive assieme. Ho capito che il meglio era essere un ponte fra due rive. Rivolgersi alle due rive senza appartenere»

(O. Pamuk, Istanbul, 2003)

Sono quindi esposti i quaderni scritti e dipinti: sono delle semplici agendine moleskine a righe, dove l’autore ha scritto e rappresentato atmosfere e situazioni che nella loro semplicità quasi da quadro naive, colgono emozioni, pensieri, luci, colori…

“[parlo] di quelle prime ore mattutine in cui tutti dormono, tranne i pescatori che prendono il largo; delle cicogne di cui tutta la città si accorge verso l’autunno, mentre passano sopra il Bosforo e le isole, in arrivo dai Balcani e dall’Europa per andare a sud…”(O.Pamuk, Tristezza, in Istanbul, 2003)

A questo punto sono veramente curiosa di leggere uno dei suoi libri!

Codex Seraphinianus
Codex Serafinianus

Un’altro gioiello della collezione è il Codex Seraphinianus, una sorta di Enciclopedia di un Mondo parallelo dove surreali illustrazioni ritraggono piante, città, animali e varie creature assurde commentate da una sorta di scrittura sconosciuta in lettere eleganti e sottili.

Proprio il fatto che siano scritte in un alfabeto sconosciuto e inventato rende tutto il lavoro particolarmente enigmatico e surreale.

Un’opera realizzata da Luigi Serafini, un architetto di Roma che tra il 1976 e il 1978 si dedicò alla composizione di queste tavole pubblicate poi da Franco Maria Ricci nella sua collana “I segni dell’uomo” nel 1981.

Sembra quasi il testamento di una civiltà perduta, diversa da noi, ma neanche poi tanto… Quasi a suggerire che questa nostra possa essere anch’essa soppiantata e risultare assurda e incomprensibile a sua volta ad una civiltà aliena.

Cosa mi lascia questo posto? Una incredibile meraviglia e ammirazione per l’intelligenza umana, per la nostra capacità di rendere eterno il nostro pensiero e il nostro intelletto a dispetto della caducità della carne.

Difficile rendere l’esperienza della visita, questo articolo racconta solo il mio punto di vista, e questo breve Reel di Instagram raccoglie le istantanee di alcune delle cose che mi hanno colpito.

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