Il Castello dal Verme a Zavattarello nell’Oltrepò pavese è una impressionante fortezza posta sulla collina in posizione dominante sul centro abitato. Si tratta di un Castello del X secolo di proprietà della vicina abbazia di San Colombiano a Bobbio. Siamo stati a Zavattarello il 13 agosto e abbiamo visitato il castello con la visita guidata.
Nel 1264 il castello viene assegnato a Ubertino Landi, signore della guerra più volte scomunicato, che lo fa fortificare rendendolo inespugnabile.
Nelle cantine del castello incontriamo il fantasma di Ubertino che non si da pace per il figlio imprigionato e per la sua stessa morte a causa della scomunica.
Nel 1390 il castello passò alla famiglia Dal Verme fino al 1485 quando Pietro Dal Verme fu assassinato dalla moglie in accordo con Ludovico il Moro che confiscò tutti i feudi della famiglia. Il Castello tornerà ai Dal Verme con i figli una volta rientrati nelle grazie degli Sforza. Nel 1944 il castello vuotato dei suoi abitanti ma non dei suoi beni, essendo occupato da un gruppo partigiano attivo nell’oltrepò, viene dato alle fiamme dai nazisti che non riescono a catturare i partigiani.
Viene bruciata la biblioteca e crollano nell’incendio i pavimenti dei piani superiori. Dopo la guerra nel 1975 il castello viene donato al comune che avvia il restauro nel 1987.
Successivamente la popolazione e vari artisti donano al castello beni e opere per ripristinare gli ambienti e ad oggi il castello è aperto al pubblico. Alcune sale sono state ricostruite basandosi sulle foto storiche, e nel complesso il castello e gli ambienti sono stati recuperati. Ho trovato molto bello questo desiderio della popolazione di riqualificare il castello distrutto, e restituirlo alle generazioni future come testimonianza di un passato così antico. Ma non solo, anche come monumento della creatività quale anelito a lasciare una sorta di testamento spirituale alle generazioni future. In un luogo testimone di distruzione e guerra, tanti si sono voluti prodigare per donare e sostituire arte e bellezza del passato rovinate e calpestate con atti di deliberata malvagità e vandalismo con arte e bellezza del presente. Come voler dire “lo spirito creativo dell’uomo non sarà mai distrutto, e risorgerà sempre anche dalla cenere”.
Infatti adesso nel castello vi sono mostre estemporanee di artisti contemporanei. Inoltre numerose sale ospitano testimonianze di esposizioni già state di artisti che hanno voluto lasciare comunque un dono permanente al castello quale simbolo di creatività proprio a riscatto della terribile distruzione che era stata perpetrata in tempo di guerra.
Quando siamo stati qua in agosto c’era una esposizione di una artista che aveva realizzato delle bellissime lampade usando delle zucche decorative lagenarie …
Guardate che meravigliose suggestioni da mille e una notte con delle semplici zucche!
Terminata la visita al castello, nel cortile troviamo una signora che suonava un’arpa… una meraviglia! Faceva commuovere da quanto era bella.
Non era perfetta l’esecuzione, ma era la volontà di farlo che toccava il cuore. La volontà di fare qualcosa di bello solo per il gusto di farlo. E io l’ho trovata bellissima nella sua imperfezione, proprio perché non vi era volontà di apparire e nemmeno ansia di prestazione. Solo il donarsi attraverso la propria arte, affinché tutti ne potessimo godere. Un atto di amore all’umanità che passava di lì.
Siamo tornati il 14 agosto poiché era la giornata dedicata alla rievocazione storica in costume medievale… Vi erano banchetti e gazebo con personaggi vestiti in costume per mostrare le arti e i mestieri dell’epoca: tintori, erboristi, armaioli, scrivani, cartomanti…
E persino i falconieri con vari rapaci: falconi, gipeti, gufi che hanno volato sopra le nostre teste e tutti siamo tornati bambini con gli occhi sbarrati e la bocca aperta ad osservare le loro evoluzioni e la loro destrezza.
A me i falchi e tutta la rievocazione ha ricordato il film di “Ladyhawke”, un film degli anni ’80… e dunque questa è la musica giusta per questa giornata.