Un po’ più distante da Buriano rispetto a Siena, ma sempre valevole di una gita è San Gimignano. Una città che sembra rimasta ferma all’epoca medievale: obbligatorio parcheggiare fuori dalle mura. Alla città si arriva con un comodo servizio navetta che porta fino al piazzale Montemaggio, e poi si entra in città dalla Porta San Giovanni.
Affacciate alle vie strette locande, alberghi, botteghe, negozi di lavorazione del cuoio, stoffe, legno di ulivo, profumi, carte da lettera con decorazioni fiorentine… Tutte ricavate in ex case e botteghe medievali con i pavimenti in cotto e soffitti a volta in mattoni o con spesse travi in legno scuro.
E così “ci si accorda tacitamente” tutti per questa convenzione di medioevo, per questo tuffo nel passato, ma con le logiche economiche di adesso. Il gioco è bello e ci riporta tutti ad un concetto magico e mitico di Medioevo che ci permette di abbandonare fintamente il nostro tempo… Salvo nel momento in cui si usa il POS.
Ogni angolo delle vie è curato e restaurato per far rivivere antiche case e palazzi un tempo dimora di commercianti e artigiani… Le Torri che fanno a gara per elevarsi l’una più dell’altra erano in effetti status symbol all’epoca per dimostrare agli altri quanto si era ricchi, influenti e capaci.
Chiesa di San Lorenzo in Ponte
Ci dirigiamo innanzitutto alla Chiesta di San Lorenzo in Ponte, poiché chiude alle 13. E’ una delle chiese più antiche di San Gimignano e si chiama così perché sorgeva nei pressi di un ponte levatoio. La chiesa si costituì intorno all’affresco della Madonna col bambino, ritenuta popolarmente miracolosa, che sembrerebbe realizzata dal giovane Simone Martini intorno al 1300. Successivi restauri e ulteriori affreschi del 1400 hanno modificato l’aspetto dell’edificio originale.
Belli questi colori pastello, molto brillanti, tuttavia mi piacciono di più le Madonne di Siena.
Poco lontano dalla Chiesa si può fare una passeggiata intorno alle mura antiche e godere del bellissimo panorama della campagna toscana.
Collegiata di Santa Maria Assunta: il Duomo
Ritornando invece dentro alle mura ci dirigiamo alla Piazza Duomo dove troviamo la Collegiata di Santa Maria Assunta, il Palazzo comunale, la Pinacoteca e la Torre Grossa. Entriamo quindi subito nel Duomo, la Collegiata appunto, una chiesa romanica dall’aspetto molto semplice all’esterno, interamente affrescata al suo interno nel 1300 con scene, episodi e racconti del nuovo testamento. Per comprendere questi affreschi bisogna ricordare che all’epoca la maggior parte della popolazione era ignorante e analfabeta, e le rappresentazioni all’interno della chiesa servivano appunto per educare e spiegare concetti teologici.
All’interno della chiesa troviamo una cappella interamente dedicata a Santa Fina, una ragazza vissuta a San Gimignano nel 1200. Essendo affetta da una malattia degenerativa che la obbligava a stare a letto, non perse mai la fede e la bontà d’animo. Diventò addirittura motivatrice per chi andava a trovarla e le raccontava i propri guai. Dopo la sua morte sono stati riportati nelle cronache del tempo diversi eventi miracolosi attribuiti a lei che coinvolgevano pellegrini venuti alla sua dimora o alla cappella a lei dedicata.
Gli affreschi sono ispirati alla vita di Gesù nella parete di destra, per chi entra dalla porta d’ingresso della piazza. Mentre gli affreschi della parete di sinistra sono ispirati ad episodi del vecchio testamento.
Gli affreschi sono molto espressivi, per niente statici. I volti e le espressioni delle persone sono resi in modo drammatico. Guardiamo questi episodi del Vangelo con gli stessi occhi di quella gente del ‘300: siamo analfabeti come loro. In modo diverso, ma siamo analfabeti: ci sentiamo importanti per le “nostre alte torri” le macchine, le case, i vestiti, e ignoriamo il senso del tutto.
Palazzo Comunale e Torre Grossa
Il Palazzo comunale ospita una piccola Pinacoteca con opere a tema religioso, e un museo con affreschi a tema cavalleresco. Da qui è inoltre possibile salire alla Torre Grossa.
Bellissima la vista dalla Torre Grossa della campagna intorno alla città.
Sembra la copia della Maestà di Simone Martini a Siena, sebbene ci siano evidenti differenze, troviamo gli stessi colori e la stessa impostazione e disposizione delle figure.
Casa Torre Campatelli
A San Gimignano vi sono inoltre molti musei della tortura, ma ne ho già visti in altre occasioni e non mi piacciono. Conosco gli orrori che venivano fatti dagli esseri umani contro altri esseri umani, non mi accresce in nessun modo lo spirito, né mi aiuta ad evolvermi vedere ancora una volta queste testimonianze. Lo trovo inutilmente macabro.
Abbiamo invece visitato la torre e Casa Campatelli, una casa del XIX secolo conservata dal FAI.
Librerie in ogni stanza, con libri che spaziano dal sapere umanistico al sapere scientifico… Oggetti ricercati e di buon gusto ci illustrano una famiglia agiata del secolo scorso.
All’ultimo piano della Casa Torre si trova un plastico della città e grazie ad un filmato proiettato sui muri viene ripercorsa la storia della città dal periodo fiorente del medioevo in cui le grandi famiglie agiate gareggiavano tra loro con l’altezza delle torri, l’avvento della Peste del ‘300 e la drastica riduzione della popolazione con la conseguente depressione economica che succedette.
Nel corso dei secoli dal XVI al XVIII secolo l’aspetto della città cambiò per diventare più moderno: le antiche facciate delle case torri vengono intonacate, e le fattezze medievali quasi nascoste e mimetizzate sotto nuove mode del momento. E’ solo nel XIX secolo, con il Romanticismo e la riscoperta del fantastico e del Medioevo che le facciate delle case vengono riportate all’antica foggia, vengono tolti gli intonaci e riscoperte le antiche pietre e mattoni, molte decorazioni che adesso vediamo medievali, e crediamo originali dell’epoca, sono state in realtà create ad hoc per ristabilire una sorta di palcoscenico di un tempo mitico perduto. Proprio nella piazza del Duomo la loggia medievale che vediamo e che non sapendo niente si potrebbe pensare il luogo del mercato, in realtà è un rifacimento del XIX secolo.
Neppure adesso si spegne questo gusto per il Fantasy e per il Medioevo che ci anima di tanto entusiasmo nel visitare le città d’arte con queste testimonianze. Forse proprio in questo tempo di estrema tecnologia e ragione, dove tutto è subordinato alla logica dell’utilitarismo e del guadagno, ci vogliamo ritagliare una sorta di illusione collettiva ragionata di un tempo perduto del passato in cui tutto era difficile e raggiunto con fatica, un tempo in cui la vita era effimera come quella di una farfalla, e potevi perdere la salute o le ricchezze in un battito di ciglia, e per mettere al mondo una nuova vita poteva esser richiesto il sacrificio di una vita, la tua vita se eri donna. E l’unico modo per sopportare tutto questo era la preghiera, la religiosità… la magia in senso lato , volendo accomunare i romanzi fantasy a questo passato… In sostanza tutto ciò che NON è Ragione.
Questo Reel racconta una veloce cavalcata tra queste impressioni di viaggio: