Rieccoci a Siena! No, non ci siamo stati due giorni, ma il Duomo già da sé occupava un sacco di spazio con le foto e i commenti, così ho dovuto spezzare la giornata in due articoli.
Piazza il Campo
E quindi dopo il Duomo e tutte le sue parti, eccoci in piazza del Campo:
Era allestito un palco proprio davanti al Palazzo del Popolo per il concerto di Uto Ughi il famoso violinista… e perciò una bella foto panoramica della piazza era difficile farla, e ho dovuto inventarmi scorci diversi per cercare di cogliere le luci e i colori..
Si va al Museo Civico… anche qui, sebbene sia già stata altre volte, ho sempre piacere a rivedere i dipinti e le stanze. Vedere le foto non è mai lo stesso che esserci. Le foto sono un inganno, una falsa percezione di cogliere un luogo. Si ha l’illusione di vederlo meglio, ma in verità facendo la foto lo si guarda solo nell’istante della foto. Invece essere in un posto, contemplarlo.. è un’altra cosa. La foto si dovrebbe farla solo dopo che si è speso un po’ di tempo per contemplare un posto. Allora la foto avrà un senso forse, ed un valore come ricordo. Lo dico perché io stessa ci casco in questa illusione molto spesso. E mi sono accorta che le foto che amo davvero sono quelle che non ho fatto subito.
Bensì quelle che ho fatto dopo aver a lungo contemplato e riflettuto su quel che vedevo, e ho trovato il tempo di chiedermi perché era bello.
Nel Palazzo del Museo Civico mi piace sempre molto la sala dedicata al Risorgimento, che è la prima, poiché ci sono gli affreschi su Garibaldi e Vittorio Emanuele II… Tutte immagini che sono sempre state presenti nei miei libri di storia, e a me il Risorgimento è sempre piaciuto quando lo studiavo a scuola.
Oltrepassata questa sala, che è stata realizzata a festeggiamento della riunificazione d’Italia, torniamo nel Medioevo nelle sale successive: la Sala del Concistoro e la Cappella. Mi colpiscono sempre molto i toni dell’azzurro e del blu del soffitto, e tutte le decorazioni dei costoloni della volta e gli spessori degli archi.
Mi piace l’effetto controluce che si produce con la cancellata in ferro battuto scuro contro il soffitto e le pareti dai colori ocra e terra di Siena.
Nella Sala del Mappamondo troviamo infine la Maestà, il celebre affresco di Simone Martini che rappresenta la Madonna in Trono circondata da Santi e Angeli, come era d’uso a quei tempi.
Questa Madonna mi piace per l’uso dell’azzurro e dell’oro accostati assieme. Mi piace lo sguardo composto e un po’ severo della Madre Celeste, e il suo gesto con le mani: una sorregge il bambino in piedi sulle sue ginocchia, l’altra posta sotto il piede di Gesù gli dà stabilità.
Molto bello anche il tessuto della veste, che sebbene abbia un motivo geometrico non non perde di realismo nel panneggio.
Proprio di fronte alla Maestà troviamo l’affresco dedicato al capitano di ventura Guidoriccio da Fogliano, che conquistò il Castello di Montemassi in maremma. Amo particolarmente questo affresco poiché ne ho fatto una copia non precisa, che ora non possiedo più.
In fondo alla sala troviamo un plastico di un quartiere della Città, quale doveva apparire nel ‘300-‘400.
Purtroppo non era aperta al pubblico la Sala del Buongoverno, e non abbiamo potuto vedere quindi gli affreschi allegorici di Ambrogio Lorenzetti.
L’ultima è la Sala dei Pilastri.
E la loggia Trecentesca salendo l’ultima scala conduce ad un bel punto panoramico da cui vedere il paesaggio intorno a Siena.
Si può anche salire sulla Torre del Mangia per godere della bellissima vista sulla Piazza “Il Campo”, ma bisogna prenotarla e rispettare un orario. Stavolta son salita sul Facciatone, sarà per un’altra volta la Torre.
Pinacoteca Nazionale
Se si vuole sfuggire al caldo delle ore centrali della giornata, merita sicuramente una visita la Pinacoteca nazionale che contiene opere dei maggiori esponenti della pittura trecentesca e quattrocentesca senese. Questa raccolta iniziò già alla fine del settecento grazie alla passione di due abati che vollero preservare dalla distruzione opere antiche provenienti da conventi e monasteri soppressi e chiese in rovina.
Sono opere che non devono essere giudicate con gli occhi di oggi, con lo sguardo che ricerca il realismo figurativo. Il significato e il valore va ricercato soprattutto nei simboli nascosti, poiché ogni scelta cromatica e anche le sproporzioni evidenti a volte sono significative di un messaggio teologico. Il più evidente che mi viene da pensare è la sproporzione voluta tra la Madonna e il popolo sotto il suo mantello. La dimensione non è realista poiché vale il principio di equivalenza tra grandezza della figura e importanza.
Come dicevo nell’articolo precedente, a me piacciono Madonne malinconiche. Soprattutto quelle che hanno gli occhi un po’ orientali con le ombreggiature sfumate, come la penultima. E mi piacciono anche le variazioni dei blu dei mantelli e le decorazioni in oro poste sul contorno.
Sempre belle anche le Annunciazioni: non sempre gli artisti dell’epoca sono riusciti a cogliere la sorpresa sul volto di Maria…
A volte sono più interessanti i personaggi di corollario:
E poi sempre mi piace guardare da vicino la ricchezza delle vesti, come vengono fatti i panneggi con le stoffe damascate o cangianti, o la resa delle mani e i paesaggi sullo sfondo con i toni dell’azzurro.
Bello questo incontro tra Maria ed Elisabetta. Due madri in attesa a due diverse età a confronto.
Fa pensare ai due diversi modi con cui si intende l’attesa quando siamo giovani e quando siamo maturi.
Oltre ai dipinti troviamo anche delle sculture in legno dipinte, molto pregevoli.
Basilica di San Francesco
L’ultima tappa della nostra gita a Siena è stata la basilica di San Francesco, una chiesa gotica dagli interni molto austeri. Le vetrate sono l’unica forma di abbellimento. Sembra quasi voler ricordarci la semplicità e austerità conduce alla Bellezza. Queste alte e strette finestre che guardano in un mondo di colori luminosi ci parlano di Dio, ma possiamo vederle solo entrando nel silenzio della preghiera e della meditazione, liberandoci da inutili orpelli.
Siena ha tantissimi altri luoghi d’interesse, non basta una giornata per vederli tutti. Ci sono anche il Museo Santa Maria della Scala, e la Basilica di Santa Caterina da Siena (appunto) e l’Orto Botanico. Poiché sono stata qui altre volte, oltre alle tappe d’obbligo, che per me sono il Duomo e il Palazzo Pubblico in Piazza del Campo, cerco sempre di vedere qualcosa di nuovo. Poiché avevo visto in precedenti visite il Museo Santa Maria della Scala e la Basilica di Santa Caterina, stavolta abbiamo visitato la Pinacoteca e San Francesco. Ci vorrebbero almeno due giorni, penso, per visitare tutte le attrazioni. Visitando le città d’arte in estate, il problema è il caldo, i km percorsi che si fanno sentire, e la troppa bellezza intorno da vedere… e ad un certo punto ci si sente sopraffatti.
Impressioni e suggestioni di questa giornata le ho raccontate in questo Reel di Instagram