Se vi è piaciuta la mostra di Novara sul Romanticismo, allora non potete non vedere le Gallerie d‘Italia:
Qui trovate gli stessi pittori lombardi esposti a Novara. Infatti alcuni quadri sono sostituiti da delle copie stampate con la dicitura che avvisa che l’originale è stato prestato alla Mostra di Novara. E comunque il museo in sé ha degli ambienti veramente eleganti, che valorizzano i quadri esposti.
La mostra inizia dalla sezione dedicata all‘800 e 900: “Da Canova a Boccioni” , che si trova in cima alla scalinata opposta all’ingresso di via Manzoni. Vengono perciò ripercorse le strade e le piazze di Milano, gli angoli del Duomo illuminati dalla luce proveniente dalle vetrate…
E ovviamente anche qui c’è il tema del Risorgimento italiano, soprattutto la Spedizione dei Mille.
SI torna poi al piano terra e si visita il giardino di Manzoni, dove sono esposte delle opere scultoree moderne. Si entra poi salendo una seconda scalinata, più corta, nella seconda parte della mostra, ovvero esponenti del Naturalismo come Segantini…
Di questo quadro è meraviglioso l’effetto a specchio dell’acqua.
Di questo è incredibile l’effetto del sole su ogni cosa: sui fili d’erba, sulle foglie, sulle pieghe del grembiule della ragazza, persino sui suoi piedi nudi. Sembra quasi di poter sentire il frinire delle cavallette e i suoi passi sul prato. Se lo si osserva da vicino si vede che è realizzato con la tecnica del divisionismo. Ogni pennellata ha un colore, e ci sono tante piccole pennellate. Se lo si guarda da lontano l’effetto è incredibile, realistico, no più reale del vero.
La montagna in lontananza illuminata dal sole del mattino, e il villaggio ancora immerso nel freddo della notte. Sembra quasi di poter sentire l’aria fredda che si respira in montagna.
Di questo commuove il colore dell’acqua che specchia il cielo, catturando i colori del tramonto e sfumandoli. L’acqua sembra più chiara del cielo stesso, e il gesto della fanciulla raccolta in preghiera, come se fosse in silenzioso ringraziamento per tanta bellezza.
In una saletta laterale, che sembra quasi sconnessa con il resto, poiché ci sono quadri ambientati nel ‘700, ho trovato questa fantastica Pittrice!
Un sorta di Santino per me che sono pittrice! Esistevano! C’erano anche loro: le Pittrici donne! Rarissime da trovare in storia dell’arte, eppure dovevano esserci!
Questo quadro è buffissimo, non si può non ridere assieme a quella donna e ai suoi figli. Tutta la scena sebbene ambientata nel passato, l’ho già vista in qualche modo a casa mia con i miei figli, quando erano piccoli…
Negli ultimi dipinti, la lezione dell’impressionismo e del divisionismo non basta più, non si vuole più solo rappresentare il vero, si vuole rappresentare anche oltre…
I due giovani affacciati al balcone mi rimanda in qualche modo al Viandante di Friedrich, ma quello era immerso nella luce, e guardava un paesaggio dall’alto, vi era per me gioia in quella vista. Qui la tranquilla serenità della composizione centrale rende ancora più drammatiche le figure sole ai lati.
La danza delle ore è realizzato anche questo con la tecnica divisionista, percui le vesti bianche delle fanciulle non son bianche viste da vicino…
IL quadro che più mi ha colpito a questo punto è questo di Boccioni: Le tre donne. Che invero sono i tre volti della Dea dei Celti: la Vecchia, la Madre e la Fanciulla.
Se si guarda il dipinto da una certa distanza le tre donne sono quasi delle divinità con i loro abiti bianchi, e la luce che passa come sottili raggi attraverso le loro mani: le mani della donna sono lo strumento attraverso cui lei crea, non a caso Atena era dea delle arti femminili… tra le varie cose.
Se ci si avvicina al quadro si vede che tutto é una rete fittissima di colori, di pennellate, quasi tutto fosse fatto della stessa sostanza, come se non ci fosse differenza tra il soggetto, o i soggetti e lo sfondo, quasi a significare che l’individuo che emerge dal palcoscenico su cui si muove non è separato da esso.
La lettura della realtà è perciò duale, siamo tutti interconnessi: la luce che bagna il mio volto è la stessa che bagna il tuo, e tutti noi siamo manifestazione del divino, tanto è vero che siamo fatti di luce, di milioni di colori che creano la luce e l’ombra e solo insieme e nell’insieme acquistiamo significato.
Forse siamo una sinfonia di colori che a seconda del caso veniamo disposti in un quadro nell’angolo che nessuno nota, o nel centro dove brilla di più la luce… E nessun tocco di colore, nessuna pennellata deve mancare, e un rosso o un giallo che passa inosservato in una vita, in una realtà, in una rappresentazione, potrebbe essere centrale in un’altra, ma non può mancare in nessuna, perché il senso lo si coglie da lontano.