L’anno scorso a fine febbraio era appena iniziata la guerra in Ucraina. Guardando le cupole dorate del Monastero di San Michele Arcangelo a Kiev, pensai ad un disegno.
Immaginai questo angelo in cima al monastero: quanto inutili, sterili, sciocche, grottesche e assurde gli sarebbero sembrate tutte le atrocità compiute, tutte le distruzioni, tutte le barbarie causate dalla guerra…
“Che mirabile capolavoro è l’Uomo.
Com’è nobile nell’intelletto
com’è infinito nelle facoltà.
Nella forma e nel moto,
come un angelo nell’azione,
un dio nel pensiero!
La bellezza del mondo,
il paragone del mondo animale…
Eppure per me, non è nient’altro che polvere.”
Amleto, Atto II, Scena 2.
Poiché a Kiev c’è il monastero di San Michele Arcangelo, ho immaginato questo Angelo in mezzo alle macerie, con ali di farfalla, una bruciata, disperato in lacrime, la spada conficcata a terra.
Il grido dell’Angelo è il grido dell’umanità buona, della gente che vuole evolversi, che vuole cercare il bello, che vuole collaborare con gli altri e costruire un mondo migliore, che crede che il divino si celi negli occhi di ciascuno di noi, e perciò è sacro il prossimo, come lo siamo noi stessi.
Il grido dell’angelo è il mio grido, che non mi rassegno di vedere la distruzione disseminata per colpa di una volontà cieca e ingorda di sopraffare il prossimo.
Alle sue spalle una meravigliosa chiesa, con la tipica architettura delle chiese orientali, con le cupole d’oro: un gioiello di ingegno e di aspirazione al divino…
Le porte nere sembrano ripetere l’urlo.
L’ho iniziato con le matite, e poi per dargli vita l’ho colorato con gli acquerelli e ripassato le linee con il rapidograph. Inizialmente avevo gettato la spada ai piedi dell’angelo, ma poi l’ho messa conficcata a terra come una croce.
Ricordiamoci chi siamo, e in quali valori crediamo. “Non saranno nuovi schieramenti, altre armi, nuove sanzioni a portarci fuori da questa crisi“, dice il Papa Francesco…
Il tocco finale le cupole d’oro e l’aureola e la spada sono dorate con la foglia oro zecchino.