Non mi è mai interessato particolarmente la copia del vero, per me i quadri sono soprattutto paesaggi dell’anima, ovvero di un mondo interiore, di uno stato d’animo, di un sogno… La pittura deve catturare quel che la fotografia non può.
Gli alberi mi hanno sempre affascinato: d’inverno li vedo stagliarsi contro il cielo, luminoso e terso, come ventagli di filigrana immersi nella luce violetta e arancione quando è l’alba, oppure neri come capelli o capillari di un corpo, il corpo della terra, aperti verso la luce del tramonto quando il sole incendia l’aria di rosso e oro: non posso fare a meno di fermarmi a guardare, e dentro di me si fa silenzio …
Sembrano eterni come custodi soprannaturali. E io voglio raccontare questo silenzio con i miei quadri.
Ho sempre amato questo soggetto: gli alberi con le loro architetture complesse e sempre nuove, così difficili da catturare con una regola di costruzione e proprio per questo così affascinanti. Mi piacciono soprattutto le rielaborazioni fatte dagli artisti che li hanno usati per rappresentare la vita e il suo procedere, caricandoli di simboli metaforici che ci raccontano… Penso a Klimt e ai suoi favolosi alberi d’oro. Certo lui è stato una grande ispirazione.
Ma i miei alberi non sono solo questo, e non sono sempre gli stessi, così come lo scopo dell’inserirli in un quadro, non è solo di celebrare la loro bellezza. I miei alberi sono il sogno di qualcosa di interiore, sono la proiezione delle idee, delle aspirazioni, dei ricordi di un’infanzia spesa in libri di fiabe, e libri di pittura che amavo sfogliare in certi pomeriggi, sono intrisi di metafore e allegorie nascoste appunto nei racconti dell’infanzia, oppure hanno i colori che mi hanno colpito sfogliando le opere dei maestri del colore.
Una prima grossolana distinzione la farei tra gli Alberi del Sogno e gli Alberi del Ricordo, che vedremo più avanti.
Sono due periodi temporali ben distinti per me, e corrispondono infatti a due diversi momenti di consapevolezza e maturazione.
Il periodo che ho denominato Sogno, e che corrisponde più o meno agli anni tra il 2003 e il 2009, è fuga dal quotidiano, dalla banalità, dalla noia, per rifugiarsi nel giardino privato delle emozioni del mondo interiore: niente regole prospettiche da rispettare, né ricerca vana di copiare Lal realtà apparente, non alberi veri infatti, ma una loro astrazione, a volte soggetti e protagonisti centrali come gli Alberi della vita:
Albero della Vita
Spazio dell’opera: 60 x 100 cm
Anno di esecuzione: giugno 2003
Elementi: acrilici, pigmenti puri, terre e foglia oro zecchino
Il secondo ALbero della Vita
Spazio dell’opera: 71 x 105 cm
Anno di esecuzione: dicembre 2010
Elementi: acrilici, pigmenti puri, terre e foglia oro zecchino.
Albero della Luce
L’illuminazione per capire le proprie radici e metterle a frutto, lasciando cadere le vecchie convinzioni, che si rivelano inadatte e superate.
La luce della saggezza e dell’amore per vegliare sui figli ed esserci, senza soffocarli, perché provino a spiccare il volo da soli.
Spazio dell’opera: 71 x 120 cm
Anno di esecuzione: dicembre 2008
Elementi: acrilici e olii, terre e foglia oro zecchino su plastico al quarzo, pietre semi preziose, perle in vetro soffiato trasparenti con foglia oro.
Chiamo questi quadri “I paesaggi dell’anima“.
Immagini libere, colori vivaci, puri, architetture e associazioni impossibili e proprio per questo significative di una insofferenza totale e senza compromessi al grigiore di una vita trascinata un giorno dopo l’altro senza poter dare tempo al mio mondo interiore, tutti questi paesaggi e alberi erano incontrati nel vivere una vita parallela, ma io sentivo l’urgenza di trasportarli su un piano visibile e di comunicazione e condivisione. In quegli anni ero una mamma molto impegnata: i bambini piccoli hanno bisogno di essere seguiti, guidati, accuditi, e il mio tempo era talmente ristretto e sincopato a volte da togliermi ogni energia. Oppure il momento dell’ispirazione sopraggiungeva quando non poteva essere soddisfatto e dovevo rimandare alla notte…
Non è che non volessi fare la madre, ero entrambe le cose: ero la madre, ma ero anche l’artista, e questa seconda mia identità premeva con urgenza per essere ascoltata, sicché a volte era un costante logorio della mente essere entrambi i volti della Dea.
L’albero antropomorfo
L’albero della Vita è rappresentato con tratti antropomorfi, a sottolineare appunto la sua valenza di metafora dell’uomo, delle sue speranze dei suoi sogni e aspettative di vita.
Collezione privata
Spazio dell’opera: 99 x 125 cm
Anno di esecuzione: gennaio 2006
Elementi: colori acrilici, pigmenti puri, terre e foglia oro zecchino.
L’albero della Saggezza(a destra)
e l’albero della Giovinezza (a sinistra)
Particolare della “Città della Gioia”
Ero come due persone: la madre perfetta, attenta, sempre a prendersi cura di tutti, e dentro una pentola in ebollizione lenta, un altra persona, una sorta di genio che aspettava di manifestarsi. E quando dipingevo era un grido di luci e colori incredibili, di gioia pura e liquida che scorreva attraverso la superficie bianca che avevo preparato, già pregustando il momento creativo. E come un fiume in piena i colori sommergevano quelle bianche spiagge come un’onda incontenibile che trascinava ogni cosa, lasciando poi sulla riva parti di pensieri inconsci e comprensibili solo molti anni dopo. Per questo riguardando adesso questi dipinti, essi raccontano paesaggi dell’anima, la mia.
Albero del Ricordo
Giorno: Manifestazione, realtà fisica.
I sogni si realizzano, l’amore si compie,le Maschere cadono.
Spazio dell’opera: 70 x 100 cm
Anno di esecuzione: giugno 2015
Elementi: colori acrilici, pigmenti puri e terre, pietre semipreziose
Albero del Sogno
Notte culla dei sogni.
Attesa e trasformazione, fuoco creativo e passione. Acqua nutrimento della Vita.
Spazio dell’opera: 70 x 100 cm
Anno di esecuzione: giugno 2015
Elementi: colori acrilici, pigmenti puri e terre, pietre semipreziose