Questo disegno è nato da un fatto vero, il salvataggio di un gatto nero.
Alcune settimane fa mi trovavo in bici un pomeriggio vicino a Bollate. Una bella passeggiata attorno alla Villa Arconati, passando per le vie nascoste al traffico…
Arriviamo a Bollate, vicino all’incrocio tra Via Verdi e Via Vittorio Veneto. Vediamo un gatto nero, buttato sul marciapiede, sembra morto… Ma passandogli accanto mia figlia si accorge che ha gli occhi aperti e si muove debolmente. I suoi occhi d’oro spalancati parlavano al cuore. “Aiuto, muoio, aiuto.“
Ho raccolto questa creaturina. Nel frattempo un ragazzo in macchina si ferma, tutto succede in fretta: portiamo il gatto in macchina presso il veterinario più vicino, e i dottori lo visitano… Lo portano poi ad un centro veterinario e lo curano… Ci scambiamo i cellulari: Federico si chiama il ragazzo con la macchina: aveva una gatta, Briciola, ed era morta alcuni mesi fa…
Per giorni siamo stati in contatto con chi lo aveva in cura, e sembrava si fosse ripreso e Federico lo voleva adottare…
Purtroppo essendo un gatto randagio, sebbene si fosse miracolosamente ripreso dal trauma cranico, aveva una malattia che inesorabilmente lo stava conducendo comunque alla morte. E domenica scorsa poverino, il suo piccolo cuoricino si è spento. Anche se non siamo riusciti a salvarlo, io comunque penso che lo abbiamo salvato.
Sento che dovevamo esserci quella sera lì per lui: dovevamo esserci a vedere i suoi occhi che chiedevano aiuto, a raccoglierlo dall’asfalto freddo di un pomeriggio di gennaio… A dargli una carezza, una parola di conforto, una preghiera.
Anche se è morto in una sera di domenica, almeno è stato curato, almeno non è morto solo per terra, almeno ha ricevuto un nome: Alex lo avevano chiamato i veterinari che si sono presi cura di lui.
Dare un nome ad una creatura è il primo gesto d’amore, vuol dire volersi ricordare di lui.
In tutto questo tempo ho lavorato ad un disegno, che ho iniziato mentre aspettavamo e speravamo notizie buone… Volevo che si salvasse, gli ho voluto bene subito dal momento in cui ho visto i suoi occhi, anche se non lo avrei potuto tenere io perché già ho due gatti…
L’idea era di rappresentare il salvataggio con una figura umana, e una divina.
La figura umana ha un po’ il volto di mia figlia, ma con i capelli un po’ corti come i miei… ha il gatto in braccio, e corre per saltare il varco tra due sponde di un fossato, la figura divina accompagna con le braccia il gesto… quasi che le braccia della persona siano il prolungamento delle Sue.
Ed è questo che io penso di tutta questa vicenda: noi eravamo Dio: la Dea Madre Natura che ci aveva fatto arrivare proprio lì, proprio in quel momento.
Noi che avevamo risposto alla chiamata, e avevamo agito eravamo un Suo strumento.
La Dea pone delle ali d’angelo sulle spalle della persona che agisce, che corre, che salva: le mani e le braccia sono azzurre perché sono ispirate dalla Madre Celeste, le gambe che corrono sono rosse, sono la volontà di rispondere, di agire.
Il fosso ha questo buco ancora indistinto, ma scuro e tenebroso…
Ci metto anche la gatta di Federico che a lui manca tanto… Tutti pensiamo che ci sia davvero qualcosa di magico in questo incontro, e che possa essere stata “Briciola” a guidare Federico in quel posto.
Non è ancora ben definito il tutto, ci sono delle imprecisioni da correggere e dei dettagli da perfezionare. Così uso il programma “Procreate” sul mio I-Pad e dall’immagine digitale continuo a lavorarci: ci sono colori da accendere, azzurri da sfamare, foglie e fiori da bordare…
La volpe è una Kitsune di Fuoco, il Fuoco della Vita che anima tutte le creature… Una bellissima idea che mi ha spinto a sviluppare Carlo, che non si è accontentato di una semplice volpe di contorno…
Il Buco nero tra le due sponde ora ha un che di inquietante e porta davvero in un’altra dimensione: Le porte nere che spesso metto dei miei quadri.
Mi piace il passo slanciato di queste gambe: sta nell’Agire il senso della vita. E’ questo che ci rende vivi, è questo che ci rende “divini”.
E questa è nostra storia con il Gatto Nero.
Sono felice di esserci stata, sono felice di essere stata le mani della Dea: anche se non siamo riusciti a salvarlo per questa vita, i gatti, come tutti noi, hanno molte vite, e nulla succede a caso.